Il Parco, le Oasi, le Grotte, i Monti

Il parco Nazionale del Cilento

Nel 1991 è istituito il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Gli iniziali 36000 ttari di area protetta sono estesi a 181048. Dal 1998 il Parco è Patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Dal 1997 è Riserva della biosfera e dal 2010 è il primo parco nazionale italiano a diventare Geoparco. Grazie alla complessità di ambienti presenti e al vasto territorio, il parco offre l’habitat naturale a un’ampia varietà di specie animali e vegetali. 

 

Oasi WWF Morigerati "Grotte del Bussento"

L'Oasi è il progetto di conservazione più importante del WWF Italia e rappresenta l'intervento concreto in difesa del territorio naturale e della biodiversità. Creata nel 1985, ha un'estensione di 607 ettari. È un'oasi di protezione della fauna, soggetta a vincolo paesaggistico ed idrogeologico. La gestione è diretta, in convenzione con il comune di Morigerati.

 

Oasi Alento

 

Situata nel cuore del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, ’Oasi Fiume Alento è un’area SIC (Sito di Importanza Comunitaria) di 3.024 ettari che comprende gran parte del fiume Alento. Nel complesso è presente una diga in terra che, sbarrando il corso del fiume, origina un lago artificiale di circa 1,7 kmq. Lungo la sponda destra del corso d’acqua si sviluppa l’Oasi naturalistica, costituita da laghetti di importante valore ecologico, che ha lo scopo di contribuire a salvaguardare la ricchezza di biodiversità mediante attività di conservazione. L’integrità dell’habitat naturale dell’Oasi, patrimonio dell’UNESCO, rappresenta ormai da anni un’originale attrattiva per famiglie, scuole e sportivi.

 

Le Gole del Fiume Calore a Felitto

 

Le Gole del Calore sono una serie di cinque rofonde incisioni scavate nella roccia dalle acque correnti del fiume Calore Lucano. Sono situate nella parte alta della Valle del Calore, nel territorio del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano e sono caratterizzate da suggestive escavazioni con pareti rocciose che si abbassano a picco.

 

Casaletto Spartano

 

Il luogo maggiormente rappresentativo di Casaletto, è senz’altro “Il Capello”. Tale località si inserisce in un complesso sorgitivo contraddistinto da un elevato valore ambientale. La località prende il nome dalla cascata "Capelli di Venere" la cui denominazione deriva dalla rigogliosa crescita della pianta Capelvenere. In prossimità del corso d'acqua si trova anche un mulino ben conservato e un vecchio rudere denominato "Sorgitore", che consente la deviazione delle acque provenienti dalla sorgente che ha origine presso la località Melette, in modo che una parte delle acque alimentino il mulino e la restante parte vadano a finire nel fiume. Il Capello presenta anche tutta una serie di percorsi interni che consentono di visitare vari luoghi panoramici che il corso d'acqua crea lungo il suo tragitto.

 

Grotte di Castelcivita

 

Alle porte del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, in provincia di Salerno, le Grotte di Castelcivita costituiscono, con i loro 1.200 metri di percorso turistico su un totale di circa 5.000, uno dei complessi speleologici più estesi dell'Italia meridionale. 

 

Grotte di Pertosa

 

Il lento e incessante scorrere dell'acqua, ha scavato le Grotte di Pertosa-Auletta, uno dei maggiori attrattori ambientali e culturali del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, riconosciuto Geoparco UNESCO.

 

Il Monte Stella

 

È un massiccio che sorge nel Parco Nazionale del Cilento ed il suo crinale raggiunge i 1131 metri sul mare. Sulla cima si trova una piccola chiesa, dedicata alla Madonna del Monte Stella, risalente al1000 e restaurata nel 1993. Sulla vetta si trovano delle rovine in pietra di indubbia origine medievale. Secondo alcuni storici si tratterebbero delle rovine di Petilia, antica capitale dei Lucani, mentre secondo altri le rovine non sarebbero altro che i resti di un centro abitato a carattere difensivo costruito intorno al IX secolo e denominato Melella. Questa fortezza si sarebbe chiamata Lucania fino al 1008 e Cilenti, o Castellum Cilenti, dal 1031 e avrebbe dato il suo nome rispettivamente all'omonimo Gastaldato di Lucania e all'intera regione del Cilento.

 

Il Santuario della "Madonna di Novi Velia"

 

È posto in cima al monte Gelbison, a 1705 s.l.m. Sulle sue origini, che risalgono al 1323, si narra la leggenda secondo cui ogni volta che i lavori del tempio si interrompevano per qualche giorno, alla ripresa si trovavano distrutte le opere prima costruite. Finché una notte, agli operai, che erano saliti sul monte per cercare un agnello smarrito apparve la Vergine e disse che desiderava che la cappella fosse dedicata agli Angeli. I pellegrini, ogni anno, in estate, si recano in processione al santuario, portando un Gesù Bambino di cera. E' uno straordinario punto panoramico: dalla sua vetta di godono ampie vedute sulle valli ed i monti circostanti. Il nome del monte pervaso del culto alla divinità materna non evidenzia le molte valenze ambientali e naturalistiche. Gli estesi boschi che ricoprono completamente le pendici ospitano animali rari e preziosi come il lupo, la martora e il picchi nero. Le sue pendici sono rigate da corsi d'acqua cristallini e mille rivoli e cascate caratterizzano la zona dove rimangono visitabili vetusti mulini e frantoi.

 

Il Monte Cervati

 

Il massiccio del Cervati (in comune con il territorio di Sanza) è il monte più alto della Campania con i suoi 1.899 mt. La natura geologica del massiccio mostra la morfologia caratteristica di un ambiente carsico, con inghiottitoi, sorgenti freschissime e corsi d'acqua temporanei.Dalla sommità si possono osservare, guardando dal versante piagginese, il Vallo di Diano e il massiccio del Monte Motola (1.700 mt), oppure il Monte Sacro e verso il mare, dall'altra parte. Sulla cima del Cervati vi sono una cappella ed una grotta dedicate alla Madonna della Neve. Dal balcone naturale prospicente la grotta della Madonna della Neve, è possibile gettare lo sguardo a strapiombo sui boschi, osservando il volo degli uccelli e ascoltandone i versi, oppure lontano verso il Motola e la valle di Piaggine.